I bambini amano follemente il Natale. Gli occhi che brillano alla vista dei primi addobbi, i sorrisi sui loro volti come si intonano le prime note musicali e la curiosità dell’attesa della notte più magica dell’anno. Ma di tutte le tradizioni di famiglia che accompagnano questo periodo, una rende i più piccoli particolarmente felici: la fiaba della buona notte. E ovviamente, che sia a tema Natale!
Se il momento della nanna è una lotta contro gli inguaribili “tira tardi”, le sere d’inverno sono un momento particolarmente propizio per introdurre questo rituale e creare la buona abitudine anche per il nuovo anno. Leggere assieme ai più piccoli è un momento estremamente rilassante, che consente loro di addormentarsi con serenità.
Ti proponiamo quindi tre storie di Natale per bambini da raccontare nelle sere di festa e che – ci auguriamo – rispondano alla loro curiosità sul mitico Babbo, le renne e l’albero di Natale.
Favole di Natale per bambini: Rudolph e la storia delle renne
In un paese lontano, al Nord, dove tutto era ghiacciato, il vento soffiava forte e i fiocchi di neve cadevano abbondanti, vivevano le renne. Babbo Natale conosceva molto bene quelle zone, perché da là provenivano gli animali che aveva scelto per far volare la sua slitta. Aveva bisogno di otto renne per trainarla, quindi le aveva selezionate personalmente, di modo da essere sicuro che avessero tutte le qualità necessarie per volare nella notte più magica dell’anno.
Le otto renne di Babbo Natale avevano tutte nomi molto buffi: Saltarello, il capo delle renne che in inglese è chiamata Donner, accanto gli corre Fulmine o Dasher, nella fila dietro ci sono Ballerina o Dancer e Donnola, chiamata in inglese Prancer. Seguono Freccia, Vixen e Cometa dall’inglese Comet. In ultima fila, più vicino alla slitta troviamo Cupido e Donato, con i rispettivi nomi inglesi Cupid e Blitzen.
Ma in quelle terre coperte di neve abitava anche una coppia di renne che aveva dei cuccioli, di cui uno, dal nome Rudolph, era un tipetto davvero speciale. Aveva un carattere molto vivace, combinava un sacco di guai e infilava il naso ovunque. La giovane renna ancora non sapeva che proprio quel naso, lo avrebbe reso unico e straordinario per tutti i bambini del mondo. Ogni volta che si arrabbiava, era felice o provava delle emozioni forti, quel naso si illuminava diventando tutto rosso come un faro nella notte. La luce che emanava era fortissima e Rudolph all’inizio ne era molto imbarazzato. In famiglia, ne erano abituati, ma chi non lo conosceva e non era avvezzo a questa stranezza, finiva con il prendere in giro la povera renna che cercava di nascondere il naso in tutti i modi con la fuliggine che usciva dai camini o con le zampe. Le altre renne non perdevano mai l’occasione di sbeffeggiarlo, facendo diventare Rudolph sempre più triste, timido e vergognoso. Spesso sognava di essere come una delle renne di Babbo Natale: loro sì che erano forti, vigorose e ammirate da tutti. Avevano il grande onore di guidare la slitta di Babbo Natale e nessuno si sarebbe mai preso gioco di loro.
Intanto si stava avvicinando la notte più magica dell’anno e mancavano pochi giorni alla Vigilia. Babbo Natale faceva spesso giri di ricognizione sulla sua slitta, sotto gli occhi di Rudolph che osservava estasiato le piroette che le renne facevano nel cielo. Era talmente emozionato che il suo cuore batteva forte e, ovviamente, il naso diventava rosso come il fuoco.
In quel periodo tutti erano presi dal clima di festa e nessuno si era accorto che il tempo stava peggiorando. Babbo Natale era molto preoccupato: il giorno dopo sarebbe dovuto partire e stava arrivando una fitta nebbia. Non sapeva come avrebbe fatto a raggiungere le case dei bambini. Per tutta la notte si rigirò nel letto senza riuscire a prendere sonno: se non fosse riuscito a vedere dove andava, come avrebbe fatto a consegnare i doni a tutti i bambini?
Continuava a pensare a un sistema per essere sicuro di portare i regali in tutte le case: non poteva permettere che questo fosse l’unico Natale senza doni!
Babbo Natale decise, infine, di uscire: prese la sua slitta e iniziò a volare nel cielo, riflettendo su cosa fosse meglio fare. La neve stava cadendo in grossi fiocchi e, mentre Babbo Natale volava, si faceva sempre più fitta, tanto che lui riusciva a malapena a vedere dove stava andando. Cercando di orientarsi, notò una luce rossa così forte da illuminare ogni cosa intorno, come una grossa lampada. Guardando meglio, si accorse che era il naso di una renna.
“Ehi, che bel naso luminoso! Se te la senti, avrei un gran bisogno del tuo aiuto: verresti con me la notte della vigilia di Natale, facendoci da guida per trovare la strada e portare i doni a tutti i bambini del mondo?”
Rudolph non poteva credere alle sue orecchie: Babbo Natale gli stava chiedendo di andare con lui a consegnare i doni! Il suo naso divenne rosso incandescente e lui ebbe paura di non essere all’altezza di un simile compito. Possibile che proprio lui, quello che tutti prendevano in giro, fosse stato chiamato da Babbo Natale in persona per guidare la sua slitta?
Saltarello, il capo delle renne, vide che era in imbarazzo e gli chiese: “Come ti chiami?”
“Rudolph” rispose la renna dal naso rosso con un filo di voce.
“Bene! Senti Rudolph, con questo brutto tempo solo tu puoi aiutarci a trovare la strada e a farci raggiungere tutte le case dei bambini del mondo.”
Le parole di Saltarello fecero vincere a Rudolph la timidezza. Il suo buffo naso era diventato il faro che avrebbe guidato Babbo Natale nella sua missione!
E così, nella magica notte, Rudolph partì con la slitta per un lungo viaggio intorno al mondo. Lui rischiarava la strada senza farsi rallentare dalla nebbia, dalla neve e neppure dalla stanchezza! Era così eccitato per essere parte della squadra di Babbo Natale che con più galoppavano nel cielo, con più il suo naso si illuminava.
Consegnarono i doni in perfetto orario, con grande gioia di Babbo Natale, che fece i complimenti a tutti e, in particolare, a Rudolph, il nuovo membro della squadra della slitta di Babbo Natale!
La renna con il naso rosso era raggiante per la felicità e, festeggiata da tutti, si accorse che non provava più vergogna per il suo ridicolo difetto che si era rivelato un dono prezioso.
Favole di Natale per bambini: la vera storia di Babbo Natale
E se ti dicessimo che Babbo Natale è esistito davvero e che non è il solo a portare i regali ai bambini? Qua e là per il mondo, infatti, ci sono molteplici figure che nella tradizione e cultura di ogni paese, accompagnano il vecchietto con la slitta trainata dalle renne. Uno dei personaggi più amati dai bambini è San Nicola, sulla cui persona, come molti sanno, il confine tra storia, leggenda e mistero è molto labile. Di certo sappiamo che morì intorno al 350 d.C. a Myra, una città dell’Asia Minore di cui fu vescovo, e che le sue spoglie mortali vennero rubate e portate a Bari, dove divenne patrono della città.
Ma di Nicola, vescovo della città turca che ebbe a cuore la sorte dei più piccoli, nel corso dei secoli si moltiplicarono leggende, apparizioni e miracoli di ogni tipo, tanto da associare la figura del Santo al grande omone con la barba vestito di rosso. Si narra infatti che un giorno, il Santo apparì a tre fanciulli poveri a cui regalò tre grandi e profumate mele rosse. Queste, una volta nelle mani dei bambini, si tramutarono in oro con loro grande sorpresa. E così, da quell’evento, venne istituita un po’ in tutta Europa, la tradizione di scambiarsi doni proprio la mattina del 6 dicembre, dopo che durante la notte, San Nicola in groppa al suo cavallino, ebbe lasciato doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli.
Nei paesi di religione protestante, San Nicola perse l’aspetto del vescovo cattolico, mantenendo il ruolo di benefattore per i bimbi col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus. All’abito verde, venne affiancato quello rosso che conosciamo tutti e al posto dell’asinello, una slitta trainate dalle renne. Ecco quindi svelata con la storia del vescovo di Mira l’origine del mito di Babbo Natale. Un’usanza che partita dalle regioni affacciate lungo le coste adriatiche, è ancora oggi molto sentita nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in diverse regioni italiane.
Favole di Natale per bambini: la storia dell’Albero di Natale
Era la Vigilia di Natale. In un villaggio del Nord, vicino a una grande foresta, gli abitanti erano soliti bruciare un ceppo di quercia nel camino di casa durante la santa notte. Ma quell’anno, nel villaggio, c’era una famiglia il cui camino era spento. In quei giorni, infatti, il padre si era ammalato e non era riuscito ad andare nel bosco per recuperare il ceppo. La moglie nemmeno, dovendo badare ai quattro figli ancora piccoli: un maschio di nome Klaus e tre femmine ancora in fasce.
Klaus, nonostante i suoi 10 anni, era un ragazzino molto sveglio e voleva molto bene alla sua famiglia. Quando lesse la delusione sul volto dei suoi cari, decise di fare loro una sorpresa. Poco prima del tramonto uscì di casa e si incammino nella foresta alla ricerca del ceppo di quercia. Camminò e camminò, inoltrandosi sempre di più nel folto bosco, fino a quando si fece buio e Klaus si sentì perso. Era talmente concentrato nella ricerca che non si era accorto del calar delle tenebre. Quando capì di aver perso il sentiero, continuò a vagare tra gli alberi senza una meta, disperato perché non aveva trovato il ceppo per la sua famiglia. Si sentiva completamente inghiottito dalla foresta.
Ormai era notte fonda e come se non bastasse, cominciò a nevicare. Cadevano dei fiocchi così copiosi che ricoprirono in breve tempo ogni cosa, ma Klaus con forza ritrovata, decise di trovare un riparo per la notte e di aspettare l’alba. Dopo poco intravvide un abete maestoso, dalle fitte chiome, che spiccava tra gli altri e decise di rifugiarsi sotto i suoi rami. Si rannicchiò vicino al tronco e, sfinito per la stanchezza, si addormentò. L’albero, commosso, piegò i suoi rami fino a terra per proteggere il ragazzo dalla neve e dal freddo.
Quando all’alba si svegliò, Klaus sentì come in un sogno delle voci lontane. Erano gli abitanti del villaggio che, avvertiti dai suoi genitori, erano andati a cercarlo nella foresta, chiamandolo a gran voce. Uscito dal suo riparo, il bambino corse loro incontro, felice come non mai.
In quel momento, tutti si accorsero dell’incantevole spettacolo che si presentava ai loro occhi: la neve caduta nella notte, posandosi sui rami che l’abete aveva chinato al suolo, aveva formato ghirlande e festoni che, alla luce del sole, scintillavano come diamanti.
Da quel giorno, la gente del villaggio e tutti quelli che vennero a conoscenza dell’avventura di Klasu decisero di festeggiare il Natale decorando un abete con ghirlande e candele, per ricreare la magica atmosfera del bosco.
Libri di Natale per bambini
E se dopo queste 3 bellissime favole di Natale i tuoi bimbi ti chiedessero altri racconti, ti lasciamo con l’elenco dei libri da mettere sotto l’albero, per continuare a fare bei sogni. Ecco i nostri preferiti:
- Canto di Natale di C. Dickens (dai 7 anni)
- Il Pianeta degli alberi di Natale di G. Rodari (dai 9 anni)
- Lo Schiaccianoci (dai 4 anni)
- I racconti di Natale di B. Potter (dai 5 anni)
- Le più belle storie di Natale di Geronimo Stilton (dai 7 anni)